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L’Alternanza Scuola Lavoro arriva alla GASC

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di Nicole Felet, Marco Motta, Federica Ronchi

GASC |Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, in occasione della mostra temporanea “Figure” nel Presepe. Le marionette raccontano la magia del Natale, ha coinvolto in collaborazione con l’Istituto Luigi Galvani di Milano la classe 3^A del Liceo Linguistico, all’interno del progetto di Alternanza Scuola Lavoro.

L’esperienza è stata occasione di un confronto con i visitatori della mostra, di cui riportiamo alcune delle domande che loro ci hanno rivolto.

Che cos’è esattamente l’ Alternanza Scuola Lavoro?

Secondo il nuovo ordinamento ministeriale, per conseguire il diploma ed essere ammessi agli esami di maturità, noi studenti del liceo dobbiamo svolgere durante il triennio 200 ore lavorative.

Come avete accolto l’idea di prendere parte a questo progetto?

Inizialmente eravamo un po’ scettici e anche diffidenti riguardo a questa proposta, nonché confusi in merito a cosa comportasse esattamente l’Alternanza Scuola Lavoro. L’atteggiamento iniziale era dovuto al fatto che non ci aspettavamo di essere coinvolti così inaspettatamente in un progetto, così come nel mondo della GASC. Infatti la fase organizzativa e preliminare si è svolta rapidamente e abbiamo iniziato subito la collaborazione con le prime ore di formazione. Successivamente abbiamo iniziato a vedere il tutto sotto un altro punto di vista; come l’occasione per sperimentare un’attività diversa. Abbiamo iniziato ad interessarci alla mostra, oggetto del nostro progetto e realizzata in collaborazione con l’Associazione Grupporiani della Compagnia Carlo Colla e Figli, integrandoci maggiormente ed instaurando un rapporto con i diversi operatori museali con i quali abbiamo lavorato.

Avete scelto voi di lavorare alla GASC?

No, ma il nostro Istituto collabora con la raccolta museale, a diverso titolo, da alcuni anni. L’Alternanza Scuola Lavoro è stata l’occasione per consolidare ulteriormente questa collaborazione attraverso un progetto costruito su misura per noi studenti.

Avete svolto tutti le stesse mansioni?

Il progetto prevedeva momenti di formazione comuni a tutta la classe e, successivamente, una suddivisione in gruppi per tipologia di attività. Abbiamo prima imparato cos’è una raccolta museale e quali sono le figure professionali che vi lavorano, così come le attività che svolgono. In questo modo abbiamo potuto scegliere all’interno dell’organizzazione e gestione della mostra, il settore più vicino ai nostri interessi. Alcuni di noi si sono occupati dei laboratori didattici, lavorando quindi a contatto con i bambini e le loro famiglie, progettando e realizzando le attività ricreative. Altri hanno seguito e partecipato all’allestimento e smontaggio della mostra sotto la guida della curatrice Antonella Poletti, documentando il tutto attraverso foto. Questo materiale è stato prima diffuso sui social network del museo dal gruppo che ha seguito la comunicazione, per poi essere trasformato in un video finale che racconta l’intera mostra.

Tutta la classe, a turno, ha invece fatto le visite guidate alla mostra ai numerosi visitatori, dopo aver preparato il percorso con l’aiuto del Maestro Eugenio Monti Colla, direttore artistico della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli. Infatti, la classe ha seguito prima una lezione dedicata alla storia del Teatro di Figura, e successivamente una lezione incentrata sui contenuti della mostra.

Avete avuto modo di conoscere il partner di progetto della mostra?

Si, abbiamo incontrato più volte il Maestro Eugenio Monti Colla e tutta la Compagnia, assistendo alla lezione laboratorio Marionette che passione e visitando il loro atelier milanese dove abbiamo potuto osservare molto da vicino scenografie, marionette, oggetti di scena, costumi e accessori vari. Ma soprattutto ci hanno mostrato come muovere le marionette sulla scena, concedendoci di salire sul palcoscenico.

Quali sono state le principali problematiche riscontrate?

Per noi è stato davvero complicato, soprattutto all’inizio, riuscire a combinare gli impegni scolastici con quelli lavorativi, tentando di dedicare tempo al lavoro senza sottrarne allo studio. Con qualche difficoltà e grazie all’aiuto e alla disponibilità degli operatori museali della GASC, siamo riusciti a superare abbastanza bene questo ostacolo.

Considerate questa esperienza formativa utile ad introdurre i giovani nel complicato mondo del lavoro?

Si, riteniamo che sia stata utile, anche se resta solo la visione di una piccola parte del lavoro che svolge un museo e delle opportunità professionali che il settore cultura può offrire.

Cosa vi resta di questa esperienza?

Anche se breve ed intensa, abbiamo imparato che l’importante è buttarsi e provare. È stato piacevole entrare in contatto con una realtà a noi inizialmente sconosciuta, ma che ci ha insegnato come dovremmo rapportarci con dei datori di lavoro, superando le prime difficoltà in vista di un obbiettivo maggiore.

 

 

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